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Progetto coordinato da CSV Emilia ODV

L’amministratore di sostegno come risorsa nella tutela delle persone affette da patologie psichiche

Di Nila Rossi, psicologa e psicoterapeuta

Le persone affette da problemi di natura psichica presentano bisogni particolari, determinati dalla loro storia personale e dal contesto relazionale e sociale in cui vivono, con una gravità che varia notevolmente da caso a caso. La famiglia, frequentemente, si trova in difficoltà sia materiale che psicologica nell’adempiere ai propri compiti di protezione e cura.

La malattia mentale espone ad una realtà complessa e sfida a trovare soluzioni di intervento e di cura altrettanto complesse e articolate: si tratta di progettare interventi su misura, che mettano al centro non la malattia, ma la persona, la sua storia personale e la peculiarità dei suoi bisogni. È fondamentale basarsi sull’ascolto della persona che non è in grado di provvedere a se stessa e raccogliere il maggior numero possibile di informazioni sul suo contesto di vita.

I percorsi di cura e di tutela delle persone affette da patologie psichiche sono attualmente caratterizzati, da un lato, da una medicalizzazione degli interventi e, dall’altro, dall’attenzione alla persona, ai suoi bisogni e al rispetto dei suoi diritti, secondo i principi promulgati dalla rivoluzionaria legge 180 nel lontano 1978.

L’amministratore di sostegno si inserisce tra questi due poli e può diventare, a tutti gli effetti, un interlocutore importante e utile all’interno della rete di operatori che si occupano della cura e tutela della persona fragile. Posizionandosi nell’ascolto e non essendo un operatore sanitario, l’amministratore di sostegno ha l’opportunità di entrare direttamente in contatto con la quotidianità dell’assistito, consentendo una conoscenza più approfondita di lui, talvolta superiore a quella dell’operatore sanitario.

Inoltre, agli operatori in rete nel percorso di cura può risultare difficile unire i vari punti di vista e sviluppare una visione unitaria della persona, di conseguenza anche gli interventi possono risultare frammentati o anche contrastanti.

Un’altra conquista dell’introduzione della figura dell’amministratore di sostegno è la possibilità di raggiungere persone con un disagio che in passato, rischiavano di rimanere escluse da qualsiasi tutela.

L’amministratore di sostegno rappresenta quindi un valore aggiunto per il sistema curante nel perseguire un progetto di vita che sia il più possibile realistico per le persone con problematiche psichiche, rispondendo ai loro effettivi bisogni.

Tuttavia, affinché questa risorsa non venga sprecata o sottovalutata, è essenziale che, tra tutti i soggetti coinvolti nel processo di cura (professionisti, volontari, familiari e gli utenti stessi) ci sia un costante scambio di idee sui diversi modi inevitabili di analizzare e gestire i bisogni di chi, in diverse misure, non è in grado di prendersi cura di se stesso.

La volontà di coordinarsi e di collaborare è un valore imprescindibile e l’amministratore di sostegno ne è portatore.

Se vuoi metterti in contatto con la Dr.ssa Rossi scrivi a anna.ganapini@csvemilia.it