29 Dic L’amministrazione di sostegno: tutela o truffa delle persone fragili? Casi di cronaca, pregiudizi e situazione reale.
Negli ultimi mesi abbiamo rilevato una crescente preoccupazione rispetto all’Amministrazione di Sostegno.
A causa di alcune brutte storie diffuse dai media, molte persone ci chiedono se l’Amministrazione sia utile, perché appaia così complessa e, soprattutto, perché le notizie di cronaca la associno quasi sempre a casi di truffa o abusi.
Perché tante persone hanno pregiudizi sull’Amministrazione di Sostegno?
I timori più frequenti riguardano:
- la complessità della procedura e della burocrazia
- la paura di perdere ulteriormente l’autonomia, propria o di un familiare
- la sfiducia nel potere che assume l’Amministratore, spesso visto come “estraneo”
- il timore che l’Amministrazione diventi uno strumento di abuso e prevaricazione
Queste preoccupazioni sono comprensibili.
Certamente la burocrazia rappresenta un appesantimento per chi già si occupa a tempo pieno di una persona non autosufficiente. D’altro canto, gli obblighi formali a cui l’Amministratore di Sostegno deve sottostare rappresentano una tutela per la persona amministrata, perché danno all’Amministratore delle regole e un perimetro entro cui agire e offrono al Giudice degli strumenti di controllo del suo operato.
Per quanto riguarda invece i timori di abusi, prevaricazioni o furti ai danni dell’amministrato, un ruolo importante lo giocano i media, che trattano molto poco il tema dell’Amministrazione di Sostegno e tendono a narrare solo i (rari) casi di truffa o cattiva gestione, creando allarmismi e screditando l’intera categoria.
Ma qual è la realtà quotidiana dell’Amministrazione di Sostegno?
Nella stragrande maggioranza dei casi – e chi opera sul campo lo sa bene – l’Amministrazione di Sostegno funziona, e funziona molto bene, nonostante tutto.
Dal nostro osservatorio, noi vediamo prevalentemente situazioni in cui:
- gli amministratori (volontari, familiari o professionisti) lavorano con responsabilità e dedizione
- i Giudici Tutelari vigilano affinché ogni decisione sia presa nell’interesse delle persone fragili
- la presenza dell’Amministratore di Sostegno consente a chi non è autosufficiente di continuare a vivere nel proprio contesto, mantenendo vive le proprie relazioni e le proprie autonomie residue.
Noi volontari del progetto NON+SOLI vediamo ogni giorno storie di cura, accompagnamento e tutela, che raramente fanno notizia, ma che rappresentano la vera normalità del sistema.
Quali sono le criticità reali?
Non va nascosto che il sistema presenta delle criticità, sia normative che applicative. Chi si appresta a diventare Amministratore di Sostegno deve avere consapevolezza di:
- una burocrazia complessa, sia per l’apertura che per la gestione delle pratiche
- tempi variabili dei tribunali, che possono rendere alcuni passaggi lenti
- difformità territoriali nell’applicazione delle procedure
- sovraccarico dei servizi socio-sanitari, che può generare disallineamenti e ritardi
- poca conoscenza della normativa, da parte dei cittadini, ma a volte anche degli operatori (es. nelle banche, in posta, in ospedale, ecc)
- necessità di una formazione seria per chi si trova a ricoprire questo ruolo complesso
- in alcuni casi, eccesso di controllo o viceversa poca attenzione sull’operato dell’Amministratore di Sostegno
Sono aspetti concreti, sui quali NON+SOLI lavora in sinergia con gli altri soggetti del territorio, per migliorare la qualità del sistema.
Quali sono i vantaggi?
Quando ben applicata, l’Amministrazione di Sostegno offre però benefici preziosi:
- garantisce supporto personalizzato a chi è temporaneamente o permanentemente non autonomo
- permette di evitare istituti più rigidi e limitanti, come l’interdizione
- favorisce decisioni condivise e rispettose della volontà della persona
- rende molto difficili gli abusi e le gestioni irresponsabili del patrimonio
- permette una collaborazione virtuosa tra famiglie, servizi sociali e amministratori
I valori su cui si basa sono:
- centralità della persona: la qualità della vita del beneficiario resta sempre al centro delle decisioni
- proporzionalità: l’intervento deve essere calibrato sui bisogni reali, senza eccessi
- flessibilità: i compiti affidati all’amministratore di sostegno possono essere modificati nel tempo, in base all’evoluzione della situazione
- tutela del patrimonio e delle relazioni: l’Amministratore protegge i beni e le risorse economiche, la dignità e il benessere complessivo del suo amministrato.
Naturalmente, dietro alle norme ci sono le persone che devono applicarle: quelle in buona fede (la maggioranza) e quelle (rare) che intenzionalmente cercano di evaderle, come purtroppo accade in ogni contesto. Per questo è importante vigilare e collaborare, come parte di una comunità che si prende cura delle persone fragili.
Perché oggi è così importante parlarne?
Perché la percezione pubblica è influenzata da pochi episodi negativi, mentre l’esperienza quotidiana di operatori, volontari e famiglie mostra un quadro molto diverso.
Rendere consapevoli i cittadini del valore reale dell’Amministrazione di Sostegno significa contrastare la disinformazione, sostenere le persone fragili e promuovere un uso corretto e responsabile dell’istituto.
L’Amministrazione di Sostegno non è perfetta, ma resta uno degli strumenti più avanzati e umani che abbiamo per tutelare chi si trova in condizione di fragilità, chi a causa di malattie o problemi ha perso la capacità completa o parziale di agire per se stesso.
Se ben gestita e applicata permette di coniugare protezione e autonomia, accompagnamento e rispetto. Raccontarne il valore – anche attraverso newsletter come questa – è un passo importante per costruire maggiore fiducia e consapevolezza.