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Storia di Susanna e Paola_Non+Soli

Condividere la gestione di una persona malata: la storia di Susanna e Paola

Questa è la storia di tre donne unite da un legame molto forte, che però sembra non avere un nome: non si tratta di amicizia né di parentela, non è lavoro, non è soltanto una relazione d’aiuto.

Susanna è la figlia di Caterina, un’anziana casalinga con i pensieri sempre più annebbiati dal morbo di Alzheimer. Paola è un avvocato in carriera. Condivide con Susanna e Caterina il pianerottolo: da piccola ha giocato con Susanna, ma ora scambia con lei solo cortesi saluti sulle scale.

Un giorno, Susanna bussa alla porta di Paola. Le chiede una consulenza legale, ma è evidente che ha bisogno di molto altro: urgenza di sfogarsi, di condividere paure e preoccupazioni, di far defluire un po’ del dolore che le provoca occuparsi quotidianamente di una madre che non la riconosce più.

Paola si sente chiamata in causa. Ha le competenze legali per essere d’aiuto e il giusto distacco per non farsi travolgere dai sentimenti negativi che stanno logorando Susanna. Paola si propone per ricoprire, personalmente e gratuitamente, il delicato ruolo di Amministratore di Sostegno di Caterina: la vede come un’occasione di crescita, non solo professionale ma anche umana, è curiosa di fare quest’esperienza e accetta senza riserve di assumersi parte delle responsabilità e del carico emotivo di Susanna.

Comincia così: complicazioni burocratiche, difficoltà legate alla malattia e alla cura della persona, alla gestione delle più disparate problematiche che di volta in volta si presentano. Lunghe file, richieste faticose da soddisfare e un Giudice con cui dialogare rimanendo sempre dalla stessa parte: quella di Caterina.

Il tempo passa. Caterina peggiora inesorabilmente, ormai è completamente persa nelle pieghe del tempo. Ma Paola ama passare qualche ora con lei e la sua presenza rende piacevole anche per Susanna condividere un pranzo, una cena, una domenica pomeriggio. Paola prova per Caterina un misto di tenerezza e gratitudine e non manca mai un’attenzione o un gesto affettuoso verso di lei: Caterina ricambia con lievi sorrisi e, proprio in queste reazioni, Paola trova tutto il senso di ciò che sta facendo. Non è più un corpo fra tanti quello di Caterina, è il corpo della donna che la fa sentire viva, la fa combattere per un dettaglio, un desiderio, come quella volta in cui Caterina, tra mille discorsi confusi, dice “mare”… e senza tante spiegazioni quella parola sottile diventa un’onda di carte e richieste per ottenere il permesso di portarla in barca, antica passione che Caterina condivideva con il marito.

La malattia si è portata via Caterina. Vederla spegnersi lentamente è stato un lungo dolore sia per Susanna che per Paola, il grande vuoto che si porta via tutto e lascia solo il bisogno di piangere. L’addio. E poi, il resto della famiglia, silente negli anni passati, che arriva a ispezionare e giudicare le scelte fatte da Paola, pur senza conoscere quali siano stati i desideri di Caterina. Una gran fatica.

Paola però tiene stretto a sé il ricordo di Caterina sulla barca, con il vento tra i capelli e il sorriso velato negli occhi. Ha capito una cosa di sé che non sapeva: essere Amministratore di Sostegno di Caterina è stato il suo modo per ringraziare i propri genitori, persi anni prima in un incidente stradale, e i suoi nonni, per averle donato la vita che ha.
Alla fine dei conti, Paola sente di aver ricevuto da Caterina un dono più grande di tutto ciò che ha dato: il senso di “famiglia” che ha perso prematuramente e che può continuare a condividere con Susanna.

Oggi Paola è una delle volontarie del progetto Non + Soli: offre assistenza e supporto ad altri Amministratori di Sostegno, tenendo viva la memoria di Caterina.

Se anche tu vuoi diventare un volontario/a di Non+Soli, contatta Anna Ganapini o uno dei nostri sportelli:

Tel: 0522 791979 – Email: anna.ganapini@csvemilia.it

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